
Ma passiamo subito a vedere chi c'è sul gradino più basso. Al 3° posto troviamo la "B" di Blasco. Fenomeno insolito dato che migliaia di fans continuano ad inseguire 'sto vecchietto ormai al tramonto che si ostina a fare il pischello e a cantare Alba Chiara. Apro parentesi. Una volta ebbi l'onore di conoscere uno di loro. Si presentò a scuola con un borsone ed era chiaro che stesse partendo. Mi confidò che partiva per una tourneé. Per chiarirmi quanto ci si diverta ai suoi concerti, schiuse la cerniera della sacca mostrandomi tutto l'essenziale per seguire Vasco in giro per l'Italia: un bancale di birra in lattina. Contento lui! Chiusa parentesi.
Ma torniamo alla nostra chart. Al 2° posto degli artisti più defenestrati si colloca sicuramente Eros, che domina incontrastato la lettera "E" degli scomparti alfabetici. Probabilmente la gente s'è stufata delle solite canzoni d'amore intonate col naso. A quanto pare chiamarsi come il dio dell'amore non è un buon pretesto per sviolinarci i maroni per decenni. Nonostante la melodica mediocrità radiofonica di un repertorio incentrato su una bionda d'oltralpe, per me l'unico pezzo degno di nota è "Musica è". Tutto il resto è noia.
E passiamo al campione indiscusso dei cestinati d'autore. Al 1° posto svetta Gigetto d'Alessio. La lettera "G" ormai tracima nelle consonanti contigue. Probabilmente la gente continua a regalarselo per natale e a portarlo da Libraccio per Santo Stefano. Sicuramente la sua ultima performance a San Remo nella versione Remix del grande Fargetta ha rivelato un'incredibile verità: non sono i suoi pezzi a fare schifo, è la sua interpretazione a penalizzarli con quelle tonalità stantie da piano bar partenopeo. Inutile nascondere un invidia viscerale per uno come lui che ha agganciato una strafiga con 20 anni in meno (probabilmente solo Charles Saatchi è riuscito a fare meglio con Nigella Lawson). Quanta ingiustizia a questo mondo. Ma la mia domanda è: durerà? Staremo a vedere.