Visto che la BBC snobba le colombe concentrandosi sui pinguini di cui ormai si è detto tutto, mi sento in dovere di trattare questo stupido pennuto per tramandare ai
posteri un documento degno dei migliori studi darwiniano.
La palumma vive in comitiva ed è sempre guardinga. Se fai
cadere una mollica tra le scarpe noterai i suoi movimenti scattosi per
avvicinarsi in tutta sicurezza. Così tiene gli occhi spalancati e i muscoli in
tensione per evitare quel calcio in culo che tutti sognano di darle fin
dall’asilo. Se invece vede i suoi simili accalcarsi per un tozzo di pane va sul
sicuro e si fionda subito nella mattanza di penne nel tentativo di cavarne uno
spuntino.
La palumma ha il cuore di un avvoltoio, ma il cervello di
gallina. Non si scoraggia se i concorrenti sono tanti, ma non capisce che ogni
pasto potrebbe essere più soddisfacente se solo prendesse il tozzo di pane e
volasse via. Persino un misero passerotto lo sa. E invece lei che fa? Resta lì,
nella bolgia, tentando di sbrindellare il pasto in micro pezzeti da deglutire
in tutta fretta. Non c’è niente da fare: odia il take-away, preferisce consumare
sul posto.
La palumma dovrebbe mettere le scarpe da cantiere perché è sempre in giro con le sue le zampine delicate. Se ha tutti gli artigli cammina pavoneggiandosi con
passo lento e fluido, spalmando i polpastrelli sul terreno per benino come chi
il sabato si lascia scorrere il tempo addosso lungo le vie del centro. Peccato che una su mille li abbia tutti. C’è quella
zoppa, quella monca e quella che cammina sulle caviglie come un reduce di
guerra. Perché chissà dove se le incagliano la notte.
La palumma è il simbolo dell’amore e della pace, ma ama
trombare sotto occhi indiscreti; se solo le riuscisse ogni tanto. Il
corteggiamento avviene così: appurato che nei dintorni non ci siano più
molliche dal diametro di un micron, si dedica alla nobile arte del
corteggiamento. Il maschio punta la femmina e incomincia a tubare e girare su
se stesso per attirarne l’attenzione. Alza il collo tirandosi in dietro come un
freno a mano, poi lo riabbassa, apre la coda a ventaglio strofinandola per terra come una
scopa e carica la malcapitata che, come sempre, diméntica di avere le ali
accellera il passo per farsi tampinare per tutta la piazzetta.
La colomba raramente cede alle lusinghe sessuali e quando
l’atto sta per compiersi a seguito dell’accovacciamento della femmina, il
maschio prontamente le balza sopra. Ma si sa, se in comitiva c’è una che la dà,
la vogliono anche gli altri, sennò qual è il bello di fare gruppo? Così succede
che c’è sempre un rivale in amore che, invidioso dei piaceri altrui, si
precipita immediatamente verso la coppia per disturbarne l’intimo momento.
Ma dico, cazzo, avete le ali!!! Volate via a fare l’amore in
pace.